Saper ... Saper fare ... Far sapere ... |
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Scritto da SteTod
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Giovedì 26 Giugno 2008 17:12 |
Lettera di presentazione del mio Cv in formato Eu. Fa parte del mio carattere affrontare le difficoltà come valide opportunità per espandere le mie esperienze. L'obiettivo è quello di trarne sempre il maggior valore al miglior divertimento. Mi ritengo un cultore di come nella vita sia possibile quotidianamente integrare, con il maggior livello di interesse e passione possibile e sostenibile, ciò che facciamo con ciò che gradiremmo fare.
Il mio lungo viaggio nella dimensione apprendimento & conoscenza inizia nel 2000. Ho deciso di occuparmi in modo approfondito e professionale di competitività ed innovazione, rivolta, sia verso il singolo cittadino o professionista o lavoratore, che verso organizzazioni competitive (pubbliche o private).
Sono convinto che le difficoltà che i cittadini e gli imprenditori hanno (specialmente dal terzo millennio) nell'affrontare i primi la quotidianeità e la convivenza ed i secondi il raggiungimento di soddisfacenti obiettivi imprenditoriali, sia dovuta essenzialmente da un solo fattore:
l'evoluzione dell'attuale mondo, pur essendo voluta da altri nostri simili, pone il rispetto di principi fondamentali totalmente incompatibili con quelli a loro precedenti.
In altre parole, se pur il fordismo-tailorismo storicamente sia terminato, così come il suo successore post-fordismo abbia completato la sua funzione transitiva, il passaggio all'attuale era di informazione-digitale (internet) stenta ancora a trovare validi utilizzatori.
Le conseguenze di tutto ciò si leggono sui media.
I cittadini non sanno come rapportarsi alle dimensioni civiche e politiche ed al territorio. Le famiglie non sanno più come affrontare le esigenze della vita familiare. Gli imprenditori non sanno, non solo quali obiettivi raggiungere, ma addirittura come concretizzarli. Gli investitori non riescono più a valutare come impegnare nel tempo le loro risorse finanziarie.
Risultato: tutti hanno paura, non solo di non raggiungere i loro obiettivi, ma addirittura di essere minacciati per la loro stessa sopravvivenza.
Questo produce due comportamenti-atteggiamenti di riflesso di tipo estremo:
- azioni sconsiderate e psicotiche (follia) - attesa e completa immobilità (chiusura)
A mio avviso questo avviene non solo per preconcetti, ma anche perché le cause vengono spesso scambiate per conseguenze e viceversa.
Non bisogna mettere in primo piano gli aspetti globali e macro-economici, (pur dovendoli osservare con serietà) ma dare al contrario evidenza anche alla propria dimensione locale e personale. Dato che la globalizzazione per poter vivere ha bisogno della localizzazione, migliorare la qualità del territorio locale produce inevitabilmente miglioramenti globali.
L'unico fattore che influisce sul locale (sia per cittadini, famiglie, imprenditori ed investitori) è la competitività (non la competizione) ovviamente concepita nel suo più ampio senso del termine.
Gli unici fattori che producono la competitività (non solo economico-finanziario) sono, sempre a mio parere, Apprendimento e Conoscenza.
Per produrre Apprendimento e Conoscenza servono solo due sotto-componenti: una sana gestione dei valori ed una conveniente gestione delle risorse umane.
Per fare tutto questo ci vuole una vera rivoluzione culturale, che a mio parere non dovrebbe essere ottenuta tanto dall'esterno ma soprattutto dall'interno, in ogni organizzazione. Sono i singoli uomini che, nel loro comportamento variegato ed individuale, a loro volta trovano un ambiente che li condiziona ulteriormente e li accomuna, in termini di risultati.
Ed ecco la congiunzione dell'anello: la testa che morde la coda.
Io credo nella forza dei modelli esponenziali, dove una piccola modifica può concretamente generare l'esplodere di grossi cambiamenti (il battito della farfalla).
Questo è il secolo della conoscenza ed il millennio della consapevolezza. Le opportunità messe in gioco dalla nostra attuale congettura, non sono mai state così floride e convincenti. La sfida sta solo nel studiare le convenienti strategie per trasformarle in risultati sostenibili e di valore.
Quando l'uomo riuscirà a comprendere come produrre il massimo valore aggiunto (incrementale) tramite l'impiego delle proprie risorse disponibili, gestendo cosa ancora non sa (apprendimento) e distribuendo cosa ha già acquisito (conoscenza), sarà in grado di scegliere ed ottenere obiettivi sostenibili in armonia con l'essere umano e con l'ambiente in cui vive.
L'unica soluzione possibile, sempre a mio modesto parere, è puntare sull'innata predisposizione dell'uomo a generare virtù e valore. La sfida è "SOLO" insegnare e/o risvegliare i principi in noi innati per ottenere queste virtù al maggior grado di intensità, durata ed applicazione possibile e sostenibile adattate ad ogni essere umano.
Questo sarà più che sufficiente per garantire salute, serenità e tempo disponibile per migliorare la qualità della vita per tutti, di certo non solo lavorativa.
Ecco perchè io mi ritengo fortunato.
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Ultimo aggiornamento ( Giovedì 26 Giugno 2008 17:54 )
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