Oggi si è attestata come ad una precondizione di minimo livello standard di preparazione formativa. L'attuale livello universitario, mi riferisco al nuovo ordinamento, ha cambiato in meglio degli aspetti non più adatti alle attuali esigenze, ma in altri ne ha peggiorato il valore. Purtroppo, pur sotto l'egida delle direttive europee su come e cosa l'università dovrebba fare e dare allo studente ed alle famiglie, siamo ancora molto lontano non solo dalle aspettative di queste direttive, ma soprattutto da quello che in realtà l'università dovrebbe rappresentare. Questo non solo per gli studenti e per le famiglie, che ne supportano le condizioni per l'ultimazione degli studi, ma per il mondo del lavoro, che spesso non solo si trova impreparato, ma che ancor peggio non si struttura a utilizzare in modo conveniente queste potenzialità operative. Il paradosso tutto italiano è dato dal fatto che ad oggi se non sei laureato difficilmente puoi accedere addirittura alle selezioni per le candidature. Se al contrario lo sei, viene utilizzato come mezzo per risparmiare i costi di gestione e produzione. Al contrario se hai grandi livelli di esperienza, rischi di non essere considerato o di essere declassato. Inoltre ultima beffa, se della tua preparazione universitaria ne fai un punto di orgoglio, a livello operativo il valore dell'università in Italia è nettamente inferiore al resto d'Europa. Concludendo adesso quello che conta non è più andare all'università, ma sapere scegliere quella giusta in termini di Dipartimento, Facoltà e Corso e non limitarsi a studiare per superare gli esami. Quello che fa la vera differenza è quanto lo studente riesce ad avvicinarsi nel migliore dei modi al reale mondo del lavoro, ovviamente solo dopo essersi avvicinato sempre di più a quello che più ritiene di suo interesse. |
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