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Anche questa affermazione sta diventando un tormentone “imparare ad imparare”, in teoria sono tutti d’accordo, ma praticamente non tutti hanno le idee chiare e comunque anche quando sanno teoricamente cosa fare e come, non sempre sono totalmente convinti di affrontare totalmente le modifiche necessarie a questo approccio totalmente nuovo di concepire l’apprendimento.
Prima di tutto proprio perché i primi principi pedagogici vengono discussi e molte dei pilastri sui cui tutta la scuola e quindi il mondo dell’educazione ha fondato le sue radici e tutta l’attuale struttura di insegnamento del mondo scuola.
Questo approccio fa centro sulla persona che deve apprendere, rinnova tutto il processo di comunicazione tra insegnante e discente, un processo che si autoregola automaticamente in modo indipendente. Un processo di ristrutturazione degli schemi individuali che determina una modifica del comportamento.
Il focus si sposta dall’insegnamento all’apprendimento, dalla cura del contesto organizzativo e formativo al soggetto.
Il processo di conoscenza comporta non solo razionalità, ma anche astrazione, abilità e valori e meta cognizione.
Questo comporta dare valore alle persone, rendendole consapevoli del loro valore. La progettazione formativa si concentrerà sulla centralità del processo sulla persona, estraendone i suoi modelli inconsapevoli; superare i principi pedagogici cercando di far emergere ciò che non si sa di sapere; promuovere una comunicazione a più livelli in modo da ottenere un fronte di risultati nuovo.
Per realizzare tutto questo impianto di processo necessita un nuovo personaggio di formatore, con un ruolo che non può essere più solo di docente ma di facilitatore di apprendimento, trasformando l’aula da luogo di ricezione di input a laboratorio.
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